ARTICOLO ATTIVO
18/08/2023
GOVERNO

UN CREDITO D’IMPOSTA PER INCREMENTARE IL SETTORE DELLA MICROELETTRONICA

Il Governo ha limato ulteriori dettagli per il cosiddetto “Piano chip”, in cui compare anche un incentivo statale il cui obiettivo è sostenere la ricerca certificata sui semiconduttori.
Il governo italiano mira ad aumentare la produzione di chip tramite un credito d'imposta incentivo alla ricerca sulla microelettronica, ma la procedura per le imprese è bloccata per un decreto attuativo atteso da un anno. 
Dal decreto Omnibus del 7 agosto viene ridotto lo stanziamento per la filiera della microelettronica da 630 a 520 milioni fino al 2027. Dal fondo da 4,1 miliardi istituito dal governo Draghi, 55 milioni andranno per la partecipazione di imprese italiane al partenariato europeo “Chips joint undertaking''.

Il governo italiano vuole incrementare la produzione di chip microelettronici attraverso un incentivo statale sotto forma di credito d'imposta, anche se i fondi disponibili (che provengono dal Fondo per la microelettronica istituito dal governo Draghi) per il credito d'imposta sono stati ridotti da 630 milioni di euro a 530 milioni di euro.
Il credito è finalizzato a promuovere la ricerca e lo sviluppo nella microelettronica, le imprese aderenti saranno chiamate a certificare l’attività di ricerca e sviluppo secondo le regole del decreto 73 del 2022 valide per il “bonus ricerca e innovazione”: attualmente l’iter di questa certificazione è ostacolato però dalla mancanza di un decreto attuativo che avrebbe dovuto essere emanato entro luglio 2022.
Il credito non è cumulabile con il credito generale di ricerca, sviluppo e innovazione esistente.
Il credito mira a incentivare l'intera filiera della microelettronica e suscita interesse da parte delle PMI italiane di componentistica elettronica: guardano alla partenza del credito d’imposta sulla filiera dei microchip sia le multinazionali come Intel, che potrebbe aprire un impianto in Italia, sia le Pmi attive nella componentistica.
Attorno all’attività italiana di STMicroelectronics, decine di Pmi lavorano a vari segmenti della catena dal design alla manifattura di wafer e di dispositivi, dai macchinari per la produzione al testing dei microchip. Tutte potrebbero usufruire del credito d'imposta.
L'intensità del credito segue la normativa europea, con diversi livelli per ricerca fondamentale, ricerca industriale, sviluppo sperimentale e studi di fattibilità.
Le spese ammissibili includono personale, attrezzature, brevetti e costi generali relativi al programma, esclusi i costi di costruzione per impianti.
Sarà costituito un ''Comitato Tecnico Permanente per la Microelettronica'' con il compito di presidiare il settore, predisporre un piano nazionale e monitorare le situazioni di fornitura di semiconduttori per anticipare potenziali rischi e carenze.
Verrà creato come base un ''Centro italiano per il design dei circuiti integrati e semiconduttori'', incentrato sulla progettazione di circuiti integrati e semiconduttori.
Ci si aspetta ulteriori misure relative alla microelettronica che saranno probabilmente incluse nel prossimo bilancio nazionale, comprese le disposizioni per lo sviluppo delle competenze.