05/11/2025 - ATTIVO - NEWS AGEVOLA
DDL Bilancio 2026: Confindustria chiede un piano industriale straordinario per rilanciare la competitività
Nel corso dell’audizione parlamentare, l’Associazione ha riconosciuto i segnali positivi della manovra, ma ha chiesto misure strutturali e triennali su investimenti, energia e attrattività industriale
È entrata nel vivo in Parlamento la sessione di Bilancio 2026, con le audizioni di sindacati, associazioni di categoria e rappresentanze imprenditoriali. Durante l’intervento davanti alle Commissioni Bilancio di Senato e Camera dei Deputati del 04/11/25, Confindustria ha delineato la propria posizione, chiedendo una manovra di respiro pluriennale e una strategia industriale coerente con le sfide internazionali.
Il Direttore Generale Maurizio Tarquini e il Presidente Emanuele Orsini hanno espresso apprezzamento per alcune scelte del Governo – come l’introduzione dell’iperammortamento e la proroga della ZES Unica – ma hanno sottolineato l’urgenza di un piano industriale straordinario fondato su tre direttrici: investimenti, competitività e attrattività.
UN CONTESTO ECONOMICO FRAGILE
Secondo Tarquini, lo scenario economico internazionale resta incerto, aggravato da dazi e tensioni geopolitiche che ostacolano le esportazioni e riducono la fiducia delle famiglie.
Pur riconoscendo i progressi compiuti nella stabilità dei conti pubblici e nella riduzione del costo del debito, l’Associazione avverte che la crescita è tornata su livelli minimi e che il rischio di perdita della base produttiva è concreto.
Sono necessarie, quindi, politiche industriali capaci di sostenere la competitività e la crescita del sistema imprenditoriale nazionale.
MANOVRA 2026: PASSI AVANTI, MA ORIZZONTE LIMITATO
Confindustria valuta positivamente:
- l’introduzione dell’iperammortamento, come segnale per gli investimenti in innovazione, digitalizzazione e autoproduzione energetica;
- la proroga al 2028 del credito d’imposta ZES Unica, che offre continuità alle aree industriali del Mezzogiorno.
Tuttavia, l’applicazione dell’iperammortamento limitata al solo 2026 è giudicata insufficiente a garantire la programmazione industriale. L’Associazione propone di estendere la misura almeno fino al 2028 e di ricomprendere gli investimenti avviati nel 2025, per assicurare stabilità e prevedibilità alle imprese.
LE ALTRE PRIORITÀ SEGNALATE DA CONFINDUSTRIA
- PNRR: rimodulare le risorse per destinare almeno 8 miliardi l’anno per tre anni a sostegno degli investimenti produttivi;
- Energia: ridurre il differenziale di prezzo con i principali partner europei (Italia 116 €/MWh contro 87 in Germania e 65 in Spagna), promuovendo contratti a lungo termine (PPA), il disaccoppiamento gas-elettricità e la riduzione degli oneri di sistema;
- Fondo di garanzia per le PMI: renderlo strutturale e rafforzarne il ruolo nell’accesso al credito;
- Contratti di sviluppo: semplificare gli iter e incrementare le risorse, poiché i 550 milioni previsti per il triennio 2027-2029 sono ritenuti insufficienti;
- Fisco e liquidità: rivedere misure considerate penalizzanti, come l’aumento al 24% della tassazione dei dividendi infragruppo e il divieto, dal 01/07/2026, di compensare crediti d’imposta agevolativi con contributi INPS e INAIL;
- Lavoro e Mezzogiorno: prorogare il contratto di espansione e rafforzare gli incentivi alle assunzioni stabili nelle aree svantaggiate.
UN RICHIAMO ALLA POLITICA INDUSTRIALE DI LUNGO PERIODO
Confindustria invita il Governo a elaborare una visione strategica di medio-lungo periodo, capace di integrare finanza agevolata, politica fiscale e riforme strutturali. Non bastano singole misure annuali: occorre un piano industriale coordinato con il PNRR e con i programmi di Transizione 4.0 e 5.0, per sostenere le filiere produttive, la ricerca e la formazione tecnica.
Come ha sottolineato Tarquini, «la stabilità dei conti è una scelta azzeccata», ma deve accompagnarsi a un impegno strutturale per la competitività del Paese.
Fonte istituzionale: CONFINDUSTRIA